"... I've been thinking about the right to be human.
Not a family member, a friend, or a collague, but the right to be a human being.
The right given only to people who bide by the rules of society and proudly set forth their names. The right to judge the world, criticize, be enraged and despair.
The right that you have and I don't.
I've been thinking about that.
But [...] what is that world you speak of? And what is that human being? Does that even exist?"
"Ho pensato al diritto di essere umani.
Non un membro di famiglia, un amico, o un collega, ma il diritto di essere un essere umano.
Il diritto dato solo alle persone che rispettano le regole della società ed enunciano orgogliosamente i propri nomi. Il diritto di giudicare il mondo, di criticare, di essere infuriati e di disperarsi.
Il diritto che tu hai e io non ho.
Ho pensato a questo.
Ma [...] cos'è quel mondo di cui parli? E cos'è essere un essere umano? Esiste tutto ciò?"
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"He was handsome. Tall. A good singer. Eloquent. Knowledgeable.
He was good at golf. He was good at bowling, too.
So what went wrong?"
"Era bello. Alto. Cantava bene. Sapeva parlare bene. Era informato.
Era bravo a giocare a golf. Era bravo anche a giocare a bowling.
Allora, cosa è andato storto?"
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"This isn't easy for you. [...]"
"Nothing in this world is easy. Everyone lives like that."
"Niente è facile a questo mondo. Tutti vivono così."
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"I think I failed [...]
I think I've become bad [...]
It's just that I'm bad. There's no reason.
I wanted to make an effort, [...] but I don't know how to make an effort.
I didn't become anything.
I got born into this world and didn't become anything.
I think I won't ever make anything of myself. That's why I'm so lonely [...]
I'm just so lonely [...]
My life is such an embarrassment."
"Penso di aver fallito. [...]
Penso di essere diventata una cattiva persona. [...]
È solo che sono una cattiva persona. Non c'è una ragione.
Volevo fare uno sforzo, [...] ma non so come fare.
Non sono diventata niente.
Sono venuta al mondo e non sono diventata niente.
Penso che non farò mai niente di me stessa. È per questo che sono così sola [...]
Sono così sola [...]
La mia vita è un tale imbarazzo."
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- Durante i primissimi secondi di Lost, il voice over della protagonista Bu-jeong si interroga su cosa significhi essere umani, su cosa dia ad una persona il diritto di venire considerato un essere umano.
- Il titolo originale del drama,인간실격, potrebbe essere tradotto come "Non più umani", o, ancora meglio, con "Non più qualificati come umani". In questo primo episodio ci viene appunto mostrato come Bu-jeong non si senta più tale, senta di aver fallito, di essere al mondo, ma di non essere diventata nessuno, si sente sola, e la sua stessa vita è fonte di imbarazzo per lei.
- Chi dà alle persone il diritto di giudicare? L'adesione ai dettami della società? Un certo status sociale? Per la ricca signora che vive nell'esclusivo complesso di appartamenti, gli addetti alle pulizie sono solo dei pezzenti, per la suocera di Bu-jong, la donna è una "strega pazza", perché si ribella alla sua invadenza e perché soffre di depressione.
- Che cosa è andato storto? Si chiede Kang-jae al pensiero dell'amico suicidatosi.
- Il titolo scelto per il pubblico internazionale, Lost, è altrettanto adatto alla storia. Tutti i personaggi - non solo i protagonisti principali, come sarà chiaro negli episodi successivi - si sono a un certo punto persi e non riescono più a ritrovare se stessi.
- Kang-jae lavora come escort, ricoprendo ogni volta ruoli diversi -amico, familiare, amante - a seconda delle richieste dei clienti, ma una volta terminato il servizio, chi si ritrova ad essere davvero? Che cosa gli rimane se non lo stesso vuoto di cui parlava il suo defunto amico?
- E dov'è finita Bu-jeong, che non ha più il suo lavoro, il suo bambino, e con suo marito non riesce nemmeno a litigare?
- Kang-jae è solo un ragazzo, ma si ritrova ad occuparsi del funerale di una persona a cui teneva e a cercare di affrontarne la morte.
- Bu-jong ha perso per qualche ragione un lavoro prestigioso e si ritrova a fare le pulizie in casa degli altri. Benché il marito la difenda durante l'alterco con la madre, non cerca di avvicinarsi a lei, e non protesta quando lei scappa via.
- Con l'anziano genitore, Bu-jeong si trasforma: scorgiamo un barlume di quello che doveva essere stata - di quello che potrebbe ancora essere -, ovvero una donna serena e sorridente. Ma nemmeno con il padre che l'ama e non esita a dirglielo può confidarsi appieno, perché l'uomo desidera che lei abbia una vita migliore, e gli si spezzerebbe il cuore a conoscere la verità. Bu-jeong è sola.
- Il primo episodio di Lost richiede pazienza allo spettatore, che si trova catapultato nell'azione senza sapere cosa stia succedendo e chi siano i numerosi personaggi di cui si racconta. I temi sono già tutti presenti: la depressione, il suicidio, la tristezza, la solitudine, il senso di vuoto, seppure sia presente qui e lì qualche sprazzo di comicità, anche nell'ultima, importante scena, alla fine della quale BU-jeong si aggrappa letteralmente ad un estraneo per ricevere conforto.
- I protagonisti sono quanto meno atipici rispetto ai più comuni drama coreani: lui è un escort, lei prega ogni giorno che alla donna a cui scrive accada qualcosa di brutto, che diventi infelice come lei.
- Ma sono proprio queste caratteristiche che li rendono ciò che loro non si sentono più: umani.
Brano: Hallelujah di Jeff Buckley.