Il castello magico (2013)
Classica storia dei più piccoli - in questo caso animali, giocattoli, e in parte bambini - che collaborano e combattono per salvare i più deboli - il vecchio mago infortunato in ospedale - da qualcuno che sembra, a prima vista, imbattibile - l'avaro nipote -.
- Tuono è un gattino che viene abbandonato dai proprietari, e trova affetto e riparo grazie a un anziano mago che organizza spettacoli di beneficenza per i bambini ricoverati in ospedale, e vive da solo in una grande casa, attorniato da vecchi giocattoli meccanici, un coniglio testardo, una topolina e due colombi.
- Quando è proprio il mago a subire un incidente e a ritrovarsi in ospedale, il nipote coglie al volo l'occasione per sbarazzarsi di lui e ricavare un bel po' di soldi vendendo la casa. Ma non ha fatto i conti con tutti quelli che il vecchio aveva amato e protetto...
- Bellissima grafica per questo lungometraggio animato franco-belga quasi sconosciuto del 2013, che non solo mette in campo i temi dell'amicizia e della solidarietà, ma mostra quanto gli innumerevoli piccoli mondi in cui vivono gli anziani, spesso disdegnati dai più giovani, siano preziosi e meritevoli di rispetto.
- Ho trovato molto commovente la figura del vecchio mago, che non esita a dare amore, tempo ed energie a chiunque sembri averne bisogno, ed in cambio chiede solo di continuare a vivere nella sua casa insieme agli oggetti più cari e agli animali invecchiati insieme a lui, mentre suo nipote lo vede quasi come un oggetto da poggiare al più presto da qualche altra parte, per poi eliminare per sempre i ricordi di tutta la sua vita.
- Ho apprezzato molto che i giocattoli - meravigliosi - non fossero dotati di parola, quasi a farci sorgere il dubbio che il loro essere senzienti fosse solo frutto dell'immaginazione del mago, ed un'ulteriore consolazione alla propria solitudine.
- Il castello magico è un film riuscito, divertente e commovente, che mostra un po' il fianco solo nelle scene con i due traslocatori, i classici omoni con molta forza e poco coraggio, di cui sono sature le produzioni per i più giovani.
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Il segreto (2006)
- Non chiedetemi perché ho buttato via 90 minuti della mia vita per... questo. È una lunga storia.
- Ad ogni modo, si tratta di una sorta di documentario che si propone di svelare agli spettatori il segreto del titolo, che cambierà loro la vita e permetterà di realizzare qualsiasi desiderio - per lo più materiale -. Tale segreto consisterebbe, in soldoni, nel visualizzare ciò che vogliamo (un assegno nella cassetta della posta, piuttosto che un avviso di pagamento, per esempio), il che basterebbe ad ottenerlo. Senza lavorare duramente.
- Lasciamo perdere fotografia, montaggio, e tutti gli altri aspetti tecnici, compreso il doppiaggio italiano a tratti inquietante, che sono davvero pessimi. L'incipit è ridicolo, non ha seguito, ed è degno di un fantasy di serie z.
- Alcuni concetti espressi non sono per niente nuovi, ma non per questo meno validi, come l'importanza del pensiero positivo, dell'essere grati per ciò che già abbiamo, o dell'amare noi stessi per diventare capaci di amare gli altri.
- Tuttavia, i sedicenti esperti - filosofi, scrittori, un "utopista", un "metafisico", uno psicologo, un medico - si spingono ancora più in là: non evitando contraddizioni, portano il focus sul potere della mente, che, essendo parte dell'energia dell'universo, può chiedere qualsiasi cosa all'universo stesso, come Aladino con il genio della lampada.
- Tra l'altro, ad un certo punto gli "esperti" alludono al fatto che i ricchi siano tali grazie ai propri pensieri positivi, e i poveri vivano invece situazioni diametralmente opposte a causa dei loro pensieri negativi...
- Il punto più basso si raggiunge nella sezione dedicata alla salute. Anche se uno dei filosofi afferma che, in caso di malattie molto gravi, è comunque un bene affidarsi alla medicina, tutti affermano il potere del corpo di "auto-curarsi", di riuscire a guarire solo pensando di non essere malati. Il tutto condito da due testimonianze di "miracolati" - una donna a cui era stato diagnosticato un cancro alla mammella e un uomo diventato paraplegico in seguito ad un incidente aereo -, che raccontano la propria storia senza fornire la benché minima prova della veridicità di ciò che stanno affermando.
- Il problema principale di questo "documentario", che ne fa anche qualcosa di potenzialmente pericoloso, è il fatto di prendersi troppo sul serio e di voler essere preso sul serio, al palese scopo di riempire le tasche degli autori che, di sicuro, di denaro ne avranno visualizzato tanto.