Mini Appunti - Ordinary miracles (Arifureta Kiseki)

  • Ordinary miracles (ありふれた奇跡) è un drama giapponese del 2009 composto da 11 episodi della durata di circa 45 min. ciascuno.
  • Kana (Nakama Yukie) e Shota (Kase Ryo) sono due sconosciuti che si trovano contemporaneamente alla stazione. Un uomo è in piedi davanti ai binari, e qualcosa dice loro che sta per compiere un gesto inconsulto e va salvato da se stesso.
  • Entrambi sanno bene cosa significhi perdere la volontà di vivere, e ciò li avvicina più di quanto  le loro differenze potrebbero separarli...
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  • Non sono un'appassionata di drama giapponesi, e di solito mi tengo alla larga da produzioni molto vecchie, ma la trama di questo show era troppo affascinante per non dargli almeno un'occhiata.
  • Di sicuro Ordinary miracles non mostra i segni del tempo, e per la trama, che risulta sempre attuale, e per la fotografia, che non è peggiore della gran parte dei drama giapponesi più recenti.
  • La trama prosegue lentamente, come è giusto che sia, dato il tema, e durante i primi episodi mi sono letteralmente innamorata dello show e della storia di queste due persone così sole e ferite, che non immaginavano di poter incontrare qualcuno che le capisse a fondo e le amasse nonostante tutto.
  • Purtroppo la parte centrale del drama sposta il focus sulle famiglie dei due protagonisti, ed in particolare sull'opposizione ora dell'una, ora dell'altra, al rapporto tra Kana e Shota.
  • Benché non si tratti di parenti particolarmente odiosi come spesso capita invece nei drama coreani, avrei preferito che i due lead avessero più screentime insieme. Di sicuro lo show e la storia ne avrebbero giovato, tanto è vero che una delle scene migliori è proprio quella in cui Kana e Shota passano del tempo nella stanza di lui imparando a conoscersi meglio.
  • Ad un certo punto il drama si fa corale, soffermandosi non solo sulle vicende presenti e passate del signor Fujimoto (Jinnai Takanori), l'uomo salvato dal suicidio, ma anche su tutti i componenti delle famiglie dei due giovani, dai nonni ai genitori, e tocca perfino per un attimo la vita della barista, personaggio non certo centrale. Tale scelta mostra come a volte il caso possa determinare l'intera vita di una persona, e perfino dei suoi discendenti (la diversa fortuna toccata ai nonni dei ragazzi), come le famiglie siano tutte imperfette, ma non per questo non amorevoli soprattutto verso i membri più fragili (l'empatia del burbero nonno nei confronti di Shota), ma anche come unioni che sembrano "giuste" e auspicabili possano invece nascondere un grande errore di fondo e una ancora maggiore infelicità (i genitori di Kana). Proprio quest'ultimo punto accentua l'assurdità dell'ingerenza delle due famiglie nel rapporto tra Kana e Shota e il loro essere ciechi di fronte al dolore dei due giovani e al conforto che invece riescono finalmente a trovare l'uno con l'altra.

  • La sigla di chiusura scelta per Ordinary dreams è Dreams are more precius di Enya. È inusuale che un brano occidentale venga utilizzato come ending theme per uno show giapponese, tuttavia esso calza perfettamente alla storia, vista la passione del protagonista Shota per la cultura celtica, e il testo stesso della canzone: " [...] Out of the darkness, comes a light [...] Come sleep, give me your sorrow [...] Dreams are more precious than gold... ".