- Anna (Amy Adams) è una donna d'affari di Boston fidanzata con Jeremy, un cardiologo... che non si decide a sposarla. È così che, approfittando di una vecchia tradizione irlandese che permette alle donne di fare la proposta di matrimonio il 29 febbraio (durante l'anno bisestile, quindi, il Leap year del titolo), Anna si mette in viaggio per Dublino per raggiungere Jeremy. Contrattempi di ogni genere rischiano di farla arrivare troppo tardi, ed è così che la donna deve affidarsi al burbero Declan (Matthew Goode), il proprietario irlandese di una taverna...
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- Leap year - in italiano: Una proposta per dire sì - è una classica, classicissima commedia romantica del 2010.
- I cliché ci sono tutti o quasi: i protagonisti inizialmente si detestano ma sono attratti l'un l'altra e poi si scoprono innamorati; devono passare forzatamente la notte nella stessa camera, fingersi sposati ed agire in quanto tali; l'uomo che sembra la scelta "migliore", acculturato e benestante, si rivela invece meno meritevole del burbero irlandese soffocato dai debiti.
- Il film è quindi leggero e davvero prevedibile, ma probabilmente in questo periodo la forza di una storia del genere, la cui sceneggiatura non nasconde grandi sorprese, sta proprio nel fatto che, sin dai primi minuti, o forse ancor prima di cliccare play, sappiamo già che, alla fine, andrà tutto bene.
- I due attori protagonisti, come c'era da aspettarselo, sono bravissimi. Matthew Goode è credibile nei panni del ruvido dal cuore tenero, mentre Amy Adams fa brillare la sua Anna, che, pur affrontando in tacchi e con valigia Luis Vuitton al seguito il fango delle campagne irlandesi, non è la classica stupidina viziata di città.
- Il motivo per cui Jeremy [SPOILER] si decide finalmente per la agognata proposta mi ha lì per lì sorpreso, tuttavia avrei preferito che fosse stato del tutto sincero, e che il suo comportamento durante l'attivazione dell'allarme antincendio fosse stato diverso. Costruito in tal modo il suo personaggio, il pubblico è infatti manipolato a tifare per Declan, così come Anna, d'altronde, a scegliere l'irlandese. Avrei preferito invece una scelta più sofferta e dettata interamente dai sentimenti. In questo modo, però, il film potrebbe spingere a riflettere su come, spesso, ciò che può apparire perfetto, in realtà non lo sia, e su quante relazioni si trascinino, magari inconsapevolmente, ormai solo per abitudine.
- Elemento migliore della pellicola e vero coprotagonista, è il meraviglioso paesaggio irlandese, che è veramente una gioia per gli occhi. I luoghi che hanno fatto da scenario alla storia sono stati, oltre a Dublino, le isole Aran e la regione del Connemara.
- Una menzione speciale ai due vecchietti irlandesi protagonisti di divertenti scenette.