- La ventenne universitaria Anri (Marie Iitoyo) viene sbattuta fuori di casa quando la madre comincia a convivere con un uomo. Per trovare un posto in cui stare, la ragazza si affida all'app "Papakatsu", che permette a giovani donne di conoscere uomini più maturi, che, in cambio di doni e denaro, intrecciano una relazione platonica con quelle che potrebbero essere le loro figlie. Anri incontra così il quarantacinquenne professore universitario Wataru (Atsuro Watabe), e si trasferisce in un appartamento che l'uomo ha preso in affitto. In seguito, scopre un segreto che lui le aveva tenuto nascosto...
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- Tra i pochissimi drama giapponesi che ho guardato, nessuno mi ha particolarmente o favorevolmente colpito. Papakatsu mi ha perfino resa perplessa, ed ho dovuto far sedimentare un po' la storia per capire cosa mi avesse lasciato.
- Vista la trama, inizialmente avevo pensato che tra i due protagonisti si sarebbe sviluppata una relazione, tuttavia il drama mi ha sorpreso, [SPOILER] focalizzandosi sul falso rapporto padre / figlia. Quando credevo che avrebbe continuato per quella strada, i due hanno effettivamente cominciato una storia. Ciò che mi ha lasciato titubante nella prima scena tra i protagonisti a letto, è stato il voice-over della ragazza, che si chiedeva se fosse giusto fare quello che stavano facendo, visto che erano padre e figlia... mi è sembrato quanto meno molto poco sano...
- In seguito, lo show non si è fatto mancare un tocco inquietante, dato dal personaggio della moglie di Wataru. Il suo sorriso folle è stato degno di un film horror.
- Sono stata però sorpresa dalle due rivelazioni riguardo alla bambina, che ho trovato degli ottimi plot twist.
- A conti fatti, credo che, nel suo piccolo, Papakatsu possa essere considerato un healing drama, visto che [SPOILER] prima Anri "libera" Wataru dalla idealizzazione del ricordo della figlia, e poi, facendolo innamorare, gli dà modo, per la prima volta nella sua vita, di amare qualcuno e di scegliere di essere felice.
- Uno dei pregi di questo drama è sicuramente la durata degli 8 episodi, solo 20 minuti circa, e il fatto che, seppur molto breve, riesca a raccontare una storia più complicata di quel che sembri ad una prima occhiata.
- Non lo definirei imperdibile e non lo riguarderei, ma di sicuro non mi ha mai annoiato.
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