Currently watching [1] - You are my spring e gli altri

  • In Currently watching scriverò delle mie impressioni durante la visione di drama e serie, impressioni che non di rado cambiano drasticamente una volta arrivata all'ultimo episodio...
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You are my glory (epp.9/32)

Ho spesso difficoltà a portare a termine i drama cinesi, per l'eccessivo numero di episodi, e per l'eccessiva diluizione della trama, che di solito ad un certo punto ristagna in modo insopportabile.
È ancora presto per capire se You are my glory seguirà o meno questa strada, ma per il momento lo show è divertente e leggero, ha ancora una trama da seguire (ogni riferimento a My little happiness è del tutto casuale), e gli episodi di soli 30 minuti scivolano via facilmente.
La fotografia è molto buona, e mi piace l'estrema attenzione con cui sono decorati gli ambienti.
Dilraba Dilmurat, l'attrice protagonista molto famosa in patria e non solo, ha una voce leggermente irritante - ma mi ci sto abituando - e il suo make-up ultra sbiancante tende a distrarmi, tuttavia riesce a rendere carino e amabile il suo personaggio, che, sulla carta, avrebbe potuto non esserlo.
La storia tra i due protagonisti prosegue ad un giusto ritmo, e mi piace quanto sembrino a loro agio l'uno con l'altra e quanto lei sia capace di confortare lui dicendogli semplicemente ciò che pensa.
Non ho apprezzato, tuttavia, l'inganno grazie al quale i due hanno cominciato a frequentarsi.

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My ID is Gangnam beauty (epp.10/16)

Non avevo grandi aspettative riguardo a questo drama, di cui ho spesso letto recensioni negative o comunque non entusiastiche.
E invece mi sta piacendo molto  - anche se non ne sono così appassionata da volerne fare un binge-watching - e probabilmente potrebbe rappacificarmi con i drama scolastici/universitari, che tendo ad evitare.
Lo show propone degli spunti di riflessione interessanti, trattando temi come il maschilismo e la misoginia e, andando oltre la tematica dell'"accettarsi per come si è", ci mostra alcune delle ragioni che possono esservi dietro la scelta di sottoporsi ad una massiccia chirurgia plastica.
La storia prosegue spedita, non essendosi impantanata, almeno per il momento, nemmeno quando avrebbe potuto.
La protagonista Mi-rae è ingenua e non abituata alle attenzioni che le derivano dall'essere carina, ma non è stupida, per cui riesce a non essere una di quelle eroine frustranti a cui si vorrebbe dare una scrollata ad ogni episodio, e la sua storia permette di empatizzare con lei e anche, per un motivo o l'altro, a riconoscersi nel suo personaggio.
I comprimari più odiosi, ovvero Chan-woo e Soo-ah sono, ahimè, anche piuttosto realistici; trovo interessante soprattutto Soo-ah, che, così affamata di attenzioni, non esita a farsi trattare come un oggetto e a calpestare le altre ragazze, che avrebbero potuto essere sue amiche, diventando così il prototipo della donna che è la peggior nemica delle altre donne.
Apprezzabile il protagonista Kyung-suk, per il momento l'unico a non essere caduto nella sua rete, e per il quale la recitazione rigida di Cha Eun-woo, piuttosto criticata, è invece adatta.
Non mi è piaciuto che, nell'episodio 10, la madre di Mi-rae abbia affermato che finalmente, (solo) grazie al suo nuovo e bell'aspetto, la figlia sia diventata capace di diventare amica di ragazzi affascinanti come Kyung-suk.

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You are my spring (epp.12/16)

You are my spring è al momento il mio show preferito tra quelli in visione.
La fotografia è bellissima e, soprattutto durante i primi episodi, sembrava di guardare un film, piuttosto che un drama.
La scrittura riesce a miscelare abilmente generi molto diversi come mystery, romance, comedy e thriller.
Gli attori protagonisti, Seo Hyun-jin e Kim Dong-wook, stanno dando prova di grandi capacità attoriali, come c'era da aspettarsi; i loro personaggi sono sfaccettati e complessi e la loro storia realistica e adorabile. La scena che ha chiuso la settima puntata è stato uno dei più bei finali di episodio (secondo, per me, solo a quello del terzo di Pretty noona who buys me food). Per questo non ho per nulla apprezzato gli eventi occorsi nell'episodio 12, evitabili e non del tutto in character con i personaggi.
Ottimi anche tutti i comprimari, che si fanno a mano a mano sempre più gradevoli e apprezzabili, soprattutto le donne, Eun-ha e Ga-young, quest'ultima interpretata da una Nam Gyu-ri che sembra impossibile sia la stessa che ha dato vita alla poliziotta Soo-young in Children of nobody.
Il mystery è ben costruito e dalla conclusione non ancora prevedibile. Spero che non rappresenti il punto debole del drama, andando a sfociare nel fantasy, nel makjang o anche solo nell'assurdo, e così rovinando la storia.
Bellissimo il brano In ruin.

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Beyond evil (epp.12/16)

Beyond evil è uno dei crime migliori che abbia mai guardato.
Ho impiegato qualche puntata per entusiasmarmi alla storia, dopo di che ogni episodio mi ha lasciato più a bocca aperta dell'altro.
Conosciamo l'identità del colpevole - e che raccapricciante colpevole - molto prima di arrivare a metà della storia, e ciò perché la trama è così complessa e dagli innumerevoli livelli che a quattro puntate dalla fine ci sono ancora dei misteri da risolvere.
Shin Ha-kyun è eccellente nell'interpretare il suo Dong-shik  - non a caso il ruolo gli ha fruttato un premio ai recenti Baeksang -, anche se non ho apprezzato la sua caratterizzazione all'inizio della storia, quando [attenzione: SPOILER] il suo sorriso folle voleva farci dubitare che potesse essere lui il vero colpevole. È noto, infatti, che nei drama coreani il protagonista faccia parte, nella maggior parte dei casi, dei "buoni", e nemmeno per un istante mi è passato per la testa che Dong-shik potesse essersi macchiato di crimini così efferati.
Bella anche la resa della cittadina di Manyang con le sue dinamiche e i suoi abitanti, tra cui spicca Jae-yi grazie all'interpretazione di Choi Sung-eun. Adatto all'età di Yeo Jin-goo il personaggio di Joo-woon, immaturo e inesperto con ancora tanto da imparare, soprattutto riguardo alle persone che lo circondano.

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Hello, me! (epp.14/16)

Questo drama ha molto cuore, una protagonista in cui è possibile riconoscersi, un'adorabile adolescente, e momenti divertenti (nonché il sorriso di Kim Young-kwang), ma è stato tirato giù dai complotti del personaggio della zia. Benché la donna abbia tutte le ragioni per essere amareggiata per non essere diventata la presidente dell'azienda, tutta la vicenda sa di vecchio, è prevedibile ed irritante, e ho guardato tutte le scene a essa pertinenti a velocità aumentata.
Di sicuro poteva esserci qualche altro modo per riavvicinare il protagonista Yoo-hyun al padre; inoltre la vicenda ha portato a un eccesso di buonismo (SPOILER: i dipendenti che si fanno in quattro per acquisire le azioni) che mi ha ricordato uno dei motivi per cui ho abbandonato la fiction italiana.
D'altro canto, è interessante la vicenda di Anthony: un (più o meno) famoso attore viene accusato - giustamente - di essere stato un bullo durante le scuole superiori. Questa storia somiglia molto a quelle che di tanto in tanto si leggono riguardo agli stessi attori coreani, e sono curiosa rispetto a come si concluderà.
Anthony ha sicuramente dei lati buoni, ma indubbiamente da ragazzino ha maltrattato gli altri. Merita la vita privilegiata che conduce? O dovrebbe piuttosto essere allontanato dall'industria dell'intrattenimento? Non saprei dirlo, ma sicuramente le sue vittime non meritavano di essere tormentate.