Pretty noona who buys me food

Genere: slice of life / noona romance
Paese di produzione: Corea del Sud
Emittente: JTBC
Anno: 2018

Titolo originale: 밥 잘 사주는 예쁜 누나
Titolo alternativo: Something in the rain

Screenwriter: Kim Eun (One spring night)
PD: Ahn Pan-seok (One spring night)

Numero episodi: 16
Durata singolo episodio: 70 min. circa

Riconoscimenti:
  • 13th Seoul International Drama Awards - Excellence Award for Korean Drama
  • 13th Seoul International Drama Awards - Outstanding Korean Actress (Son Ye-jin)
  • 6th APAN Star Awards - Excellence Award, Actor in a Miniseries (Jung Hae-in)
  • 6th APAN Star Awards - Best Supporting Actress (Jang So-yeon)
  • 6th APAN Star Awards - K-Star Award, Actor (Jung Hae-in)
  • 2nd The Seoul Awards - Popularity Award, Actor (Jung Hae-in)
  • 2nd The Seoul Awards - Hallyu Artist Award (Jung Hae-in)
  • Korea Contents Awards - Presidential Commendation
  • 23rd Asian Television Awards -  Best Drama Series

Interpreti principali:
- Son Ye-jin (Jin-a)
- Jung Hae-in (Joon-hee)


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Trama
Jin-a è una manager trentacinquenne che vive con i genitori e porta avanti una relazione non proprio esaltante con Kyu-min. Il ritorno dagli Stati Uniti di Joon-hee, fratello minore della sua migliore amica, le fa provare e ricevere un tipo di amore che non aveva mai conosciuto.
Tra i due, però, si interpongono i pregiudizi della società e soprattutto della madre di Jin-a, che non approva che la figlia sia legata ad un ragazzo praticamente orfano, e oltretutto molto più giovane di lei. In aggiunta a ciò, Jin-a deve affrontare ogni giorno il problema delle molestie sul lavoro, aggravato dal maschilismo dell'ambiente e dall'omertà delle sue colleghe...

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Appunti: [attenzione: SPOILER]

  • avevo di Pretty noona who buys me food il ricordo di un drama molto bello nella prima metà, e molto, molto frustrante nella seconda, con un OST a dir poco seccante. Dopo un rewatch, però, mi sono ricreduta. Certo, il personaggio della madre della protagonista ha continuato a sembrarmi odioso come ricordavo, e la questione delle molestie altrettanto deprimente, tuttavia questa volta ho apprezzato molto di più il realismo della storia, e il brano Stand by your man mi ha irritato - leggermente - meno.


  • Cosa mi è piaciuto:
  1. lo spaccato sulla società. La storia prende in considerazioni varie tematiche sociali, in primis gli abusi sulle donne. La protagonista Jin-a è abusata psicologicamente in famiglia e molestata sessualmente sul lavoro, in più è per un periodo vittima di stalking da parte del suo ex fidanzato, che tenta di abusare di lei e di ucciderla. Quel che è peggio è che, spesse volte, il suo stesso fratello la incolpa per ciò che le è successo. Quel che ne risulta è il ritratto di una donna che, come tante nella realtà, a parte se stessa e - per un periodo - il suo fidanzato, non ha nessuno che la difenda o anche solo la sostenga. Mi è sembrato un'ottima denuncia sociale che potrebbe contribuire, nel suo piccolo, ad aprire gli occhi e le menti. Un'altra tematica importante è rappresentata dal trattamento riservato alle donne al lavoro. La maggior parte delle molestie si verifica in questo caso durante le cene tra i colleghi, una tradizione molto radicata in Corea del Sud, alla quale i dipendenti e le dipendenti non possono sottrarsi, pena ripercussioni di vario tipo. Quando Jin-a trova finalmente il coraggio di denunciare ciò che le è accaduto negli ultimi dieci anni, viene fuori tutto il maschilismo e la corruzione dei suoi capi e colleghi, nonché la reticenza a parlare delle altre donne, che temono di perdere il lavoro. E' addirittura, anzi, proprio una donna a remarle contro, mentre tutti gli altri, anche la sua junior,  cominciano a trattarla come un'emarginata. Che tutto ciò faccia rabbia e sia frustrante da guardare depone a favore di una buona scrittura, che è riuscita a centrare il suo obiettivo di denuncia.
  2. Le interpretazioni degli attori. Il cast è ottimo, e certo tra tutti spiccano i protagonisti,
    Son Ye-jin e Jung Hae-in. La prima riesce a rendere un personaggio molto sfaccettato, una donna goffa, allegra, immatura per molti versi, ma anche gentile, coraggiosa e tenace. Il secondo interpreta benissimo il ragazzo innamorato, adorante, ma è credibile anche quando è arrabbiato o quando sembra che gli manchi il respiro dall'ansia e dalla preoccupazione.
  3. La chimica tra gli attori protagonisti, innegabile sin dalle prime riprese.
  4. La storia tra Jin-a e Joon-hee. Tempo qualcuno scrisse che questo drama ti fa innamorare dell'amore tra i due protagonisti, e credo che avesse ragione. Tra loro viene a crearsi un legame molto forte, che li spinge a rincorrersi, vedersi e toccarsi non appena possibile. Quando sono insieme, ridono molto. L'amore di Joon-hee riesce a cambiare Jin-a, a "svegliarla" dallo stato di torpore in cui aveva sempre vissuto, e a darle il coraggio e l'energia per combattere contro le molestie al lavoro e contro la madre a casa. Joon-hee la fa sentire degna di essere amata, e così Jin-a riesce finalmente ad amare se stessa. 
  5. Il ritmo lento della storia. Permette di assaporare i minimi particolari e ad immergersi negli eventi. Spesso si fa lentissimo, come durante la cena di compleanno di Jin-a. La lentezza con cui è restituita la scena rende il fatto che ormai i due protagonisti sanno che tra loro è finita, e cercano di prolungare il più possibili gli ultimi attimi da passare insieme.
  6. Jin-a. La protagonista di questo drama mi sembra una delle più criticate e meno amate, mentre è invece una delle mie preferite. Non si tratta di uno di quei personaggi femminili che negli ultimi tempi si sono andati affermando - e che comunque anch'io di solito preferisco -, ovvero una di quelle donne che si salva da sola e che non ha bisogno di nessuno. Jin-a è immatura sotto molti aspetti, vive ancora con i genitori ed è enormemente influenzata dalla loro mentalità conservatrice. Per far piacere a loro - e soprattutto alla madre - ha subito innumerevoli appuntamenti al buio, ed intreccia una relazione con un uomo che non la rispetta e non la valorizza. Il suo desiderio di compiacere e la sua bassa autostima ne fanno inoltre la vittima perfetta dei suoi colleghi di lavoro, che continuano ad usarla. Jin-a ha bisogno della presenza e dell'amore di Joon-hee per ribellarsi e sentirsi degna di stima e d'amore. Quando lui sparisce dalla sua vita, lei ritorna alle vecchie abitudini, sotto il giogo materno, a vivere una vita che la rende infelice. Eppure si mostra comunque coraggiosa, scegliendo di affrontare da sola il processo contro i colleghi e riuscendo in qualche modo a superare l'assenza del fidanzato e della migliore amica (Jang So-yeon). E' ancora Joon-hee, anzi, il solo vederlo, che la spinge di nuovo a chiedersi cosa voglia davvero dalla vita e a liberarsi da tutto ciò che le provoca stress e sofferenza. Jin-a è per questo un personaggio profondamente umano, fragile, imperfetto, ma anche allegro e gentile, e molto amabile.
  7. La separazione di tre anni tra i due protagonisti. Tenere i lead separati per un periodo prima del lieto fine è in realtà un cliché dei drama coreani, molto spesso, in realtà, abbastanza frustrante e inutile. In questo caso, invece, mi è sembrato necessario per la maturazione dei due protagonisti. Jin-a, infatti, riesce finalmente a staccarsi completamente dalla madre, e a sottrarsi dai suoi abusi psicologici; Joo-hee, che probabilmente era stato un po' presuntuoso nel presentarsi come la parte matura della coppia, ha invece modo di capire di non essere stato, come si era raccontato, la parte lesa nella rottura, ma di aver lasciato sola la donna che amava, precludendole ogni possibilità di comunicare con lui. Senza la lunga separazione, la loro relazione non sarebbe durata a lungo, affetta dalle solite dinamiche di coppia e dalla ingombrante presenza della madre di Jin-a, con tutto il loro carico di malessere e sensi di colpa.


  • Cosa non mi è piaciuto:
  1. il personaggio della madre di Jin-a. E' il più detestabile che abbia mai incontrato. Si tratta di una donna che, trincerandosi dietro l'amore materno, abusa psicologicamente dei propri figli, facendo di tutto per manovrarli e per far loro vivere una vita di cui lei possa vantarsi. La sua ostinazione sfiora il patologico quando si rifiuta di guardare in faccia la realtà e propone alla figlia, proprio nel giorno del suo compleanno, un ennesimo appuntamento al buio, pur sapendo che la donna è ormai impegnata. E se la rivelazione del figlio di aver addirittura pensato al suicidio a causa delle sue pressioni - questione che mi sarebbe piaciuto fosse stata approfondita di più - sembra per un attimo scalfire la sua presunzione, la rivediamo presto combattiva come sempre. Solo il distacco emotivo da parte di Jin-a riesce a toglierle qualsiasi potere, anche se ormai molto danno è stato fatto.
  2. Il personaggio di Jin-a è gravato da troppi problemi: su di lei pesano la madre, il fratello, i colleghi e le colleghe, l'ex-fidanzato stalker. Il motivo per cui One spring night - i cui cast e crew sono quasi del tutto sovrapponibili a quelli di Pretty noona - sembra una storia più bilanciata, è proprio il fatto che le varie difficoltà sono distribuite a più personaggi, e non opprimano solo la protagonista (il problema della violenza domestica, per esempio, appartiene alla storyline della sorella maggiore).
  3. Il modo in cui è stato risolto il problema delle molestie sul lavoro. Benché abbia apprezzato che la questione sia stata raccontata con molto realismo, non mi è piaciuto però il messaggio che tutta la faccenda ha lanciato: denunciare questo tipo di ingiustizie, soprattutto per una donna, equivale a subirne semplicemente delle altre. Infatti, anche se Jin-a riesce a vincere in tribunale contro i suoi colleghi, nella realtà è lei che perde: non riceverà mai la promozione a cui aveva diritto per i suoi meriti, viene esiliata in una sede lontana, viene trattata come un'emarginata da tutti i suoi colleghi e colleghe. E' un messaggio pericoloso e deprimente, benché il drama non faccia altro che fotografare la realtà.



  • L'OST:
  1. è stato la mia spina nel fianco durante la prima visione del drama. Benché lo abbia trovato più sopportabile nel rewatch, è innegabile che sia troppo invasivo.
  2. Stand by your man e Save the last dance for me, i brani scelti come temi dei protagonisti - rispettivamente di Jin-a e Joon-hee - presentano dei testi che mal si accordano alle loro caratteristiche e alla storia in generale. Probabilmente si voleva semplicemente creare un certo tipo di atmosfera, indipendentemente dal significato delle parole.
  3. Stand by your man è sicuramente il brano più utilizzato, che finisce per testare la pazienza dello spettatore. Per quanto mi riguarda, ascoltarlo mette ancora a dura prova i miei nervi.
  4. Gli unici brani originali creati per il drama sono Something in the rain e La la la, entrambi in inglese e cantati da Rachael Yamagata. Le canzoni trasmettono un senso di nostalgia e tristezza, soprattutto se ascoltate prima di sapere come si concluderà la storia.
  5. Anche se non incluso nell'OST, alla fine del primo episodio è presente il brano I am the best del gruppo 2NE1 (qui la traduzione in italiano).

  • Episodi migliori: 1x03 a 1x11; 1x13; 1x14; 1x16.

La playlist dei Behind the scenes di Pretty noona who buys me food è disponibile (in alcuni casi con sottotitoli in inglese) sul canale JTBC Drama.




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